Innesti di ceramica contemporanea con Eloisa Gobbo

About This Project

A cura di Alessandro Cocchieri e Cristina Gilda Artese

 

Con il contributo: Regione Toscana

 

In collaborazione: Gilda Contemporary Art di Milano

 

L’importante permanente dedicata a Galileo Chini nelle sale di Villa Pecori Giraldi, ospita, in dialogo con la collezione, artisti nazionali e internazionali che muovono “in ambito contemporaneo” orizzonti nuovi, nella tecnica di lavorazione e decorazione ceramica. Le stanze della Villa, sede del Museo Chini, si aprono ad un progetto che valorizza la ceramica come linguaggio attuale, entrato a pieno titolo nella pratica artistica contemporanea. Le opere di Eloisa Gobbo interagiranno con quelle di Galileo Chini con lavori recenti e poco noti: un dialogo tra materia, spazio e architettura di interni, che offrirà l’opportunità di seguire due percorsi di ricerca che si collocano su posizioni temporalmente diverse, ma attigui negli interessi ed intenzioni, nella relazione con il mezzo ceramico.

 

L’Artista

 

Eloisa Gobbo si è diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, vive e lavora a Padova. Nel corso degli anni, utilizzando media diversi, dalla pittura alla scultura all’installazione, ha sviluppato una propria personale ricerca artistica, che mira a rivalutare la decorazione come forma espressiva di contenuti personali e sociali. I suoi lavori si riconoscono per l’uso di colori brillanti e per l’accostamento di motivi esornativi provenienti da contesti disparati e dalla tradizione decorativa orientale e occidentale, che creano sulla superficie l’illusione di uno spazio inafferrabile, composto da una molteplicità di piani, che insieme contribuiscono a creare l’effetto di un grande e gioioso universo.  Il lavoro di Eloisa Gobbo è caratterizzato infatti da una fitta selva di intrecci coloristici, di trame e reticoli realizzati con la sovrapposizione a livelli di elementi dalla più svariata provenienza iconografica, presi a prestito dal web, dal design, dalla grafica, dalla botanica, da motivi ornamentali della tradizione occidentale ed orientale. Densa e visivamente provocante, l’opera dell’artista padovana è animata dall’insistente ricerca di un intenso ritmo visivo. In realtà, questo è l’aspetto più evidente e seducente del lavoro di Eloisa Gobbo, che usa tra la fitta rete delle trame e degli orditi, il linguaggio della decorazione come uno strumento ingannevole, subordinato alla trasmissione di diversi contenuti.

 

Eloisa Gobbo nel 2022 ha ricevuto il premio di residenza artistica di Montelupo Fiorentino dalla Biennale di Manises – Valencia, in Spagna, e nel 2021 il suo lavoro ha vinto il secondo premio del MIDEC, Museo Internazionale della Ceramica di Laveno. Nel 2009 il suo lavoro è stato selezionato per il prestigioso Premio Fabbri.

Ha tenuto numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, tra le sue mostre pubbliche più importanti vanno segnalate: Museo della Ceramica di Manises (2022), Midec, Museo della ceramica di Laveno (2021); Bozar, Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles (2019), Museo d’Arte Contemporanea di Hubei, Cina (2015), Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi, Como (2012); Palazzo Reale, Milano (2007).

Eloisa Gobbo è stata un’artista in residenza presso il Centro Sperimentale Ceramico di Montelupo Fiorentino, lo Sculpture Space di Utica New York, il Blue Mountain Center di New YorK, presso l’Anderson Center in Minnesota e il Vermont Studio Center in Vermont, USA. Ha vinto alcuni concorsi per la realizzazione di opere d’arte pubbliche, come quello per il Museo Palafitticolo di Fiavé a Trento e per la scuola materna di Ravina a Trento.

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